GARA DI CANTO...

"Prova anche tu a cantare con il cuore!"...

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

Un giorno, quando la Creazione era ancora nuova nuova,
gli abitanti del luogo organizzarono un concorso di canto,
al quale si iscrissero rapidamente quasi tutti i presenti,
dal cardellino al rinoceronte.
Sotto la guida del gufo, venne decretato
che la votazione per il concorso
sarebbe stata a scrutinio segreto e universale;
 avrebbero quindi votato tutti i partecipanti,
componendo essi stessi la giuria.
Così fu.
Tutti gli animali, compreso l'uomo, salirono sul palco a cantare,
e ricevettero maggiori o minori applausi da parte del pubblico.
Poi scrissero il voto sopra un foglietto
e lo infilarono, piegato, dentro una grande urna,
sotto il diretto controllo del gufo.
Quando giunse il momento del conteggio,
 il gufo salì sul palcoscenico improvvisato
e, con a fianco due anziane scimmie,
aprì l'urna per iniziare il computo dei voti.
Uno degli anziani estrasse il primo voto
e il gufo, nell'emozione generale, gridò:
 «Il primo voto, fratelli, è per il nostro amico asino!».
Calò il silenzio, seguito da alcuni timidi applausi.
 «Secondo voto: l'asino!».
Sconcerto generale.
«Terzo: l'asino!».
I concorrenti iniziarono a guardarsi sorpresi,
poi si scambiarono occhiate accusatorie
e alla fine, visto che continuavano a uscire voti per l'asino,
sempre più vergognose,
sentendosi in colpa per come avevano votato.
Tutti sapevano che non c'è canto peggiore del disastroso raglio dell'equino.
Eppure, uno dopo l'altro,
i voti lo designavano come il miglior cantante.
E così avvenne che al termine dello scrutinio,
per «libera scelta della giuria imparziale»,
 venne deciso che lo stonato e stridente raglio dell'asino era il vincitore.
E venne dichiarato la «miglior voce del creato e dintorni».
In seguito, il gufo spiegò l'accaduto:
ogni concorrente, certo di essere lui il vincitore,
aveva dato il proprio voto al partecipante meno probabile,
 colui che non avrebbe rappresentato nessuna minaccia.
La votazione fu quasi unanime.
Soltanto due voti non andarono all'asino: quello dell'asino,
che sapeva di non avere nulla da perdere,
e aveva votato in tutta sincerità per l'allodola,
e quello dell'uomo che, ovviamente, aveva votato per se stesso.

«La gente da nulla, i disonesti, vanno in giro seminando bugie.
Strizzano l' occhio, fanno segni con le dita,
e altri gesti per trarre in inganno.
Sono pieni di malizia, non pensano che a far del male.
 La loro rovina sarà completa, improvvisa e senza rimedi».
( Proverbi 6, 12-15 )