… FATTI, E NON PAROLE!

"E tu, come dimostri il tuo amore a chi hai accanto?"...

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

«Basta! Non li sopporto proprio più!».
Tutti, in Paradiso, trattennero il fiato.
Nessuno aveva mai visto Gesù così arrabbiato.
Ed era proprio lui che manifestava con voce tonante la sua divina collera.
«Sono stato 33 anni in mezzo agli uomini,
ho detto loro migliaia di volte
che le opere valgono immensamente di più delle parole,
e per questo sono stato crocifisso;
ho spiegato in tutti i modi che non sono le tante parole e le cerimonie vuote
a qualificare i miei discepoli, ma l'amore realizzato.
Ma quasi nessuno lo ha capito!
Predicano ai quattro venti, cantano inni commoventi,
partecipano a celebrazioni coinvolgenti e toccanti, ma fanno così poco!».
«Che cosa intendi fare?», chiese timidamente un angelo.
«Toglierò loro la parola...
Come è successo a Zaccaria, il padre di Giovanni Battista!»,
decise Gesù, e tolse a tutti i cristiani la facoltà di parlare.
 E così, di colpo, in tutto il mondo, fra i cristiani calò un gran silenzio.
In un primo momento si stupirono.
Molti si precipitarono in farmacia a comprare sciroppi e pillole per il mal di gola,
erbe officinali e miele andarono a ruba.
Poi cominciarono a preoccuparsi, ed infine si spaventarono.
Come potevano pregare, senza parole?
Come facevano a dire a Gesù ed al prossimo che li amavano, senza parole?
I grandi teologi non potevano più dire neanche «transustanziazione»,
e i predicatori senza parole "forbite" e profondi concetti si sentivano disoccupati.
La gente comune non riusciva neanche più a litigare,
ma quel che è peggio non sapevano come esprimere
solidarietà, conforto, sostegno, compassione, comunione...
A forza di pensarci, arrivarono ad una semplice conclusione:
«Quello che non possiamo più dire con le parole,
possiamo comunicarlo con i fatti!».
Molti la pensarono allo stesso modo.
I grandi maestri della parola divennero spontanei e sinceri,
ed impararono ad esprimersi
con lo sguardo, con il sorriso, con le carezze e gesti di servizio.
Nelle Università di teologia,
si aprirono mense e dormitori per i poveri e i disperati.
Anche il catechismo divenne pieno di gioia e di giochi.
Molti si vergognarono,
ricordandosi di quanto era facile mentire con le parole.
Su qualche giornale apparvero articoli con il titolo:
«Guardate come si amano!».
Sempre più gente trovò questa fede molto interessante,
sentendosi attirata dall'atmosfera di dolcezza, pace, serenità e vera accoglienza
che si respirava tra i discepoli di Gesù.
Quando, dopo un po', Gesù restituì loro la possibilità di parlare,
ne furono quasi rammaricati.
Nel tempo del grande silenzio,
avevano sperimentato quanta tenerezza c'è nella fede cristiana...

«Figli miei, vogliamoci bene sul serio, a fatti.
Non solo a parole o con bei discorsi!».
( 1 Gv 3,16-18 )