UN SOGNO RIVELATORE…

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

C'era una volta un uomo povero, piccolo e servo.
 Prestava il suo lavoro
nella residenza di un padrone grande, superbo ed arrogante.
Poiché il servo era piccolo e brutto,
il padrone lo disprezzava al di là di ogni misura.
Gli diceva: "Mi sembri un cane. Mettiti a quattro zampe...
Ora saltella come i cagnolini!".
L'ometto obbediva come meglio poteva
ed il padrone rideva a crepapelle.
Ogni giorno obbligava il suo servo ad umiliarsi
e lo esponeva alle canzonature dei suoi compagni.
Ma un giorno l'ometto, d'un tratto, alzò la voce.
Aveva qualcosa da dire.
"Grande padrone mio, ho fatto un sogno.
Ho sognato che eravamo morti tutti e due, tu ed io.
Ci siamo presentati davanti al nostro grande Patrono San Pietro!".
Il padrone, incuriosito, gli gridò: "Allora, parla!".
Il servo continuò: "San Pietro ci esaminava con i suoi occhi,
che vedono fin dentro il cuore.
Poi chiamò un angelo e gli ordinò:
‘Porta una coppa piena di miele trasparente!’".
Il padrone incalzò: "Ed allora?".
"Allora San Pietro disse:
‘Ricopri questo gentiluomo col miele della coppa d'oro!’".
E l'angelo lo spalmò sopra il tuo corpo dalla testa ai piedi,
cosicché tu eri raggiante di luce,
come una statua d'oro trasparente nello splendore del cielo.
Il padrone esultò: "Bene! Questo è giusto!". Poi aggiunse: "E tu?".
"Per me il Santo Patrono fece venire un angelo
con un bidone pieno di escrementi e gli disse:
‘Coprilo tutto come meglio potrai!’.
Così fece l'angelo. Mi impiastricciò tutto il corpo
ed io comparvi vergognoso e puzzolente nella luce del cielo!".
Il padrone approvò: "Proprio così ha da accadere!".
Poi domandò ancora al servo: "Finisce qui la storia?".
"Oh, no, mio padrone!
San Pietro riprese a scrutarci, con quei suoi occhi che vedono i cuori,
e comandò: ‘Ora leccatevi lentamente l'un l'altro!’".
Ed ordinò agli angeli di vegliare, perché si adempisse la sua volontà...

Quello che abbiamo fatto agli altri, verrà fatto a noi!
Nella "bilancia" della giustizia di Dio, un giorno o l'altro i conti tornano...