"ED IO TI VOGLIO BENE, SEMPRE!"

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

La piccola Aurora era passata dal "seggiolone" ai primi passi,
con la sua bella dose di cadute e ginocchia sbucciate,
come succede a tutti i bambini.
In quelle occasioni,
di solito la mamma apriva le braccia e le diceva:
«Vieni da me!».
Allora lei andava a "gattoni" verso di lei,
le saliva sulle ginocchia, e mamma e bambina si abbracciavano.
La mamma le chiedeva:
«Sei la mia bambina?».
Piangendo, Aurora faceva «sì» con il capo.
Poi aggiungeva: «La mia dolce "nespolina" Aurora?».
La bambina annuiva ancora, ma con un sorriso.
 Ed infine, la mamma diceva:
«Ed io ti voglio bene, sempre, in eterno e ad ogni costo!».
Dopo una risata ed un abbraccio,
la bambina era pronta per un'altra "sfida"...
Anche a cinque anni,
Aurora continuava a ripetere la "scenetta" del «Vieni da me!»,
per le ginocchia sbucciate e i sentimenti feriti,
per scambiarsi il «buon giorno» e la «buona notte».
Un giorno, capitò alla mamma di avere una "giornataccia".
Era stanca, irritabile e "stressata"
dall'impegno che richiede prendersi cura di un marito,
di una bambina di cinque anni, di due ragazzi adolescenti
e del lavoro che svolgeva da casa.
Ogni volta che squillava il telefono o che suonavano alla porta,
arrivava del lavoro
che l'avrebbe impegnata per un giorno intero,
e che doveva essere fatto immediatamente.
Raggiunse il "punto di rottura" nel pomeriggio,
e si rifugiò in camera per piangere in santa pace.
Aurora corse subito a cercarla e disse:
«Vieni da me!».
Si accoccolò vicino alla mamma,
mise le manine sulle sue guance bagnate dalle lacrime e disse:
«Sei la mia mamma?».
Piangendo, la mamma fece «sì» col capo.
 «La mia dolce "nespolina" mamma?».
Sorridendo, la donna fece «sì» con il capo.
«Ed io ti voglio bene, sempre, in eterno e ad ogni costo!».
Una risata, un abbraccio,
ed anche la mamma era pronta per la prossima "sfida"!

"Chi ama, sarà amato..."