IL PREZZO DELLA VITA!

"Un cuore onesto e generoso è un dono grande, che nel mondo non ha prezzo!"...

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

Un mattino, la segretaria stava vendendo i biglietti,
per l'ultima serata dello spettacolo, allestito dalla scuola.
La sera prima, aveva fatto il “tutto esaurito”.
La prima della fila di quel giorno era una madre.
«Penso che sia terribile, dover pagare, per vedere recitare mio figlio!»,
annunciò, estraendo il borsellino dalla borsa.
«La scuola chiede una donazione “volontaria”,
per contribuire alle spese per la scenografia e i costumi!»,
spiegò la segretaria.
«Ma nessuno deve pagare... Lei può avere tutti i biglietti di cui ha bisogno!».
«Oh, pagherò!», borbottò. «Due adulti e un bambino!».
E fece cadere un biglietto da dieci euro.
La segretaria le diede il resto.
In quel momento, il ragazzo dietro di lei svuotò sul tavolo
la tasca piena di monete.
«Quanti biglietti?», chiese la segretaria.
«Non mi servono i biglietti, per vedere lo spettacolo, stasera!», disse.
«Voglio solo pagare!», e spinse verso di lei le monete.
«Ma devi avere il biglietto, per vedere lo spettacolo di stasera!».
Scosse la testa. «L'ho già visto!».
La segretaria spinse indietro la pila di “monetine”.
«Se vuoi vedere lo spettacolo con la tua classe, non devi pagare!», gli disse.
«È “gratis”!». «No!», insistette il ragazzo.
«Io l'ho visto ieri sera! Io e mio fratello siamo arrivati tardi...
Non abbiamo trovato nessuno per comprare i biglietti, così siamo entrati!».
Un sacco di gente, in mezzo a quella folla, era probabilmente «entrata».
I pochi “volontari” presenti non  potevano controllare
che tutti avessero il biglietto.
Lui spinse nuovamente avanti il denaro. «Pago adesso per ieri sera!».
Quel ragazzo e suo fratello dovevano essere rimasti in fondo.
Ed essendo arrivati quando il botteghino era già chiuso,
probabilmente non avevano nemmeno visto tutto lo spettacolo.
 Alla segretaria dispiaceva prendere quei soldi.
Una pila di “monetine”, nelle mani di un ragazzino,
è di solito il risultato di “paghette” risparmiate con cura.
«Se il banco dei biglietti era chiuso, quando siete arrivati,
non potevate pagare!» argomentò.
«Questo è quello che ha detto mio fratello!».
«Nessuno si accorgerà della differenza!», gli assicurò la segretaria.
«Non preoccuparti!».
Pensando che la questione fosse chiusa, spinse di nuovo indietro le monete.
Lui pose la sua mano sulla sua.
«Io, però, conosco la differenza!».
Per un istante, le loro mani si unirono in silenzio,
al di sopra del mucchietto di monete.
 Poi, la segretaria disse: «Due biglietti costano sei euro!».
Le monete vennero contate fino alla cifra corretta.
«Grazie!», dissero insieme.
Il ragazzino sorrise, si voltò e se ne andò.

"Tra bene e male, tra giusto e ingiusto,
tra buono e cattivo, tra onesto e disonesto,
esiste la differenza, ma l'uomo d'oggi sembra non curarsene!
Il mondo ne soffre, e stiamo pagando le conseguenze...”.