UNO SPLENDIDO FIORE...

"E tu, sai diventare un dono, perché tanti, grazie a te, trovino la vita?"...

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

In una discarica abusiva,
in un angolo abbandonato, di una zona industriale di una città,
era nato un
girasole, che aveva fatto amicizia con un passero!
Il fiore era triste: sognava un prato verde, e farfalle svolazzanti...
«A che servo, io, qui?», si chiedeva.
Ma l'uccellino guardava il girasole, raggiante, a becco aperto:
«Come sei bello! Sei meraviglioso!», trillava.
«Ci sono molte cose, più belle!», rispondeva il saggio girasole.
«Guardati intorno!».
Il buon passero si guardava, diligentemente, intorno,
ma finiva sempre per voltarsi verso il girasole,
e pigolare, con aria ammirata:
«Il più bello, di tutti, sei tu!».
Così, ogni giorno, il girasole prendeva coraggio, e cresceva,
tanto da troneggiare, ormai, sul mucchio di rifiuti...
La sua corona d'oro splendeva, sempre di più!
Ma, un giorno, al sorgere del sole,
il fiore attese, invano, il suo piccolo amico...
Solo nel tardo pomeriggio, sentì un pietoso pigolio, ai suoi piedi!
Si piegò, e vide il passero, che si trascinava, con un'ala ferita.
«Piccolo amico mio, che ti è successo?», chiese.
«Un gabbiano mi ha colpito
e, da giorni, non riesco a trovare niente, da mangiare...
È la fine, per me!», bisbigliò l'uccellino.
«No, no!», urlò il girasole.
«Aspetta un attimo!».
Il bel fiore scosse, con vigore, la sua grande corolla,
e una pioggia di semi scese sul passero.
«Mangiali, amico mio!
Ti daranno nuova forza!», disse.
Giorni dopo, il passero aveva ripreso vigore
e, riconoscente, si voltò a guardare il girasole...
Ma fu ferito, da una dolorosa sorpresa:
lo splendido fiore aveva perso i colori,
le foglie penzolavano grigiastre, e i petali erano terrei!
«Che cosa ti è successo, bellissimo fiore?», pigolò.
«Il mio tempo è finito!», rispose il girasole.
«Ma, me ne vado, felice!
Per tanto tempo, mi son chiesto, quale crudele destino,
mi aveva fatto nascere, in una discarica...
Ora, ho capito: sono stato un dono, per te, e ti ho ridato la vita!
Come tu sei stato un dono, per me,
perché mi hai sempre incoraggiato...
Mangia tutti i semi che vuoi, ma lasciane qualcuno!
Un giorno, germoglieranno
e, chissà, forse, qui, sorgerà una splendida aiuola!».

"Il mio comandamento, è questo:
amatevi, gli uni gli altri, come io ho amato voi!
Nessuno ha un amore, più grande, di questo:
morire, per i propri amici!
Voi, siete miei amici..."
("Vangelo di Giovanni 15,12").