PER UNA GOCCIA, DI MIELE...

"E tu, sarei rendere dolce la vita, di chi hai accanto: come una goccia, di miele?"...

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

Tanti anni fa, in un villaggio, un uomo aveva aperto una bottega di alimentari!
Un bel mattino, la porta della drogheria si aprì, davanti al primo cliente, della giornata...
Era il pastore, del villaggio vicino, con il suo nodoso bastone, in mano,
e un grosso, splendido cane, accanto!
«Buongiorno, amico mio!», disse il pastore, gentilmente.
«Avrei bisogno, di un po' di miele!».
«È davvero bello, il mio cane: non è vero?», continuò il pastore.
«È l'essere, che amo di più, al mondo!
È il mio fedele compagno, ed è anche molto intelligente...».
Il droghiere annuiva, con grandi cenni del capo.
Mentre affondava il mestolo, nel "barilotto" del miele,
e lo versava, nel vasetto del pastore, una goccia di miele cadde per terra.
In quell'istante... una mosca, venuta da chissà dove,
si lanciò, in picchiata, sulla goccia!
Il gatto del droghiere scattò, come una molla,
e appiattì la mosca, con un solo colpo di zampa.
Irritato, dal movimento improvviso del gatto, suo nemico atavico,
il cane ringhiò, e si gettò sulla povera bestiola.
Prima, che gli uomini potessero fare un solo gesto,
il gatto giaceva, "stecchito", ai piedi del padrone!
«Oh, maledetta bestia! Il mio povero micino...», gridò il bottegaio.
Accecato dalla collera, impugnò il primo oggetto pesante,
che gli capitò fra le mani, e colpì, ripetutamente, il cane.
Ferito alla testa, il povero cane piombò, morto, al suolo, vicino al gatto...
Il pastore si disperò: «Selvaggio! Assassino! Hai massacrato il mio cane!
Il mio unico amico! Il mio compagno, di lavoro!
Che farò, io, adesso? Guarda, come finiscono, i disgraziati, come te!».
Il gigantesco pastore brandì il suo bastone e, folle di rabbia, colpì a morte il droghiere.
Da una strada, all'altra, la notizia della morte del droghiere si diffuse, nel villaggio,
come una folata di polvere, sollevata dal vento!
Lugubri rintocchi, di campana, si mescolarono, a grida di collera, e di vendetta,
insieme a pianti, e lamenti...
Uomini, donne, bambini, accorrevano, da tutte le parti!
Si impadronirono del pastore, e lo massacrarono.
Il corpo del pastore fu steso, accanto a quello del droghiere, del cane, del gatto, e della mosca...
Nel villaggio, del pastore, fu dato l'allarme!
Gli abitanti, armati di pietre, zappe, e forconi, attaccarono il villaggio, ora nemico.
Colpirono, uccisero, saccheggiarono, incendiarono...
Gli altri risposero, con altrettanta violenza!
Ben presto, non rimasero, nei due villaggi, che cenere, cadaveri, e desolazione.
Per combinazione, quei due villaggi, così vicini, erano sulla linea di confine, di due Stati diversi!
Il Re, del primo, messo al corrente della distruzione, del suo villaggio di frontiera,
s'infiammò di collera, riunì il suo Stato maggiore,
e fece redigere una dichiarazione di guerra, che venne affissa, in tutti gli angoli del Regno...
Il Re, dell'altro Paese, non tardò, a reagire!
E scoppiò la guerra... Una guerra, terribile, e letale!
I due Paesi furono messi a ferro, e fuoco.
Una guerra, che durò l'inverno, la primavera, l'estate, l'autunno: per anni, e anni...
Infuriava ancora, quando sopravvenne la carestia:
poi, le epidemie, i morti, senza numero, e... il freddo, di un inverno,
che non si era visto, a memoria d'uomo!
Per una goccia, di miele...

"Come il mare è formato, da tante piccole gocce,
la pace è fatta, di tanti piccoli atti quotidiani...".