UNA LUNGA GIORNATA...

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

La giornata di Tobia, come accade a tutti i bambini,
aveva molti più impegni, di quella del Presidente della Repubblica!
Il mattino, alle sette, la mamma arrivava, ronzando, come un implacabile elicottero:
«Tobia, pigrone, fuori dal letto: giù, i piedoni!».
Il bambino fingeva di riaddormentarsi, e la mamma gli faceva il solletico, dappertutto...
Subito dopo, arrivavano le cose serie:
«Le orecchie: tutte, e due! I denti! Non ti accorgi, che i calzini sono scompagnati?
No e, poi, no! A scuola, con le scarpe da ginnastica, non ci vai!
Non me ne importa un fico secco, se sono comode!
Attento, che scivoli... Te l'avevo detto, che scivolavi!».
In cucina, il ronzio ripartiva: «Mangia, con calma! Niente brioche! Pane, e marmellata!
Non sorbire il latte, come un'idrovora... Non ti sporcare! Ti sei sporcato!».
Intanto, la sorellina gli faceva le boccacce, e lui non poteva reagire,
perché la mamma stava sempre dalla parte, della più piccola!
Quando, finalmente, si sedeva sul bus, tirava un grosso sospiro, di sollievo...
Un sollievo, che durava poco!
Le maestre ronzano, come la mamma:
«State fermi! Oggi, impariamo il passato remoto, del verbo "crogiolarsi"...
Tobia, prova tu!».
Poi, c'era l'Inglese: «Toby, can you speak more slowly, please?».
E l'aritmetica: «Se ho cinque pere, due mele, quattro kiwi,
ma perdo una pera, e due kiwi, che mi resta?».
Fino all'ora, di tornare a casa...
Qui, tutto ricominciava: «Tobia, lascia stare, tua sorella!»
«Mi ha sporcato, il quaderno, apposta!».
«Tobia, lavati le mani! Tobia, non mettere i gomiti, sul tavolo!
Tobia, mangia la verdura!».
Finalmente, dopo il rito, del "pigiamino", dei piedi, dei denti,
Tobia poteva andare a letto...
Il rito, della "buonanotte", era il migliore, della giornata!
Il papà lo abbracciava, la sorellina fingeva di baciarlo,
e gli morsicava l'orecchio, la mamma lo stringeva forte...
Per Tobia, l'odore di mamma, era la cosa più bella, del mondo!
«II mio ometto... Ti voglio tanto bene, Tobia!». «Anch'io, mamma!».
«E, prima di addormentarti, ricordati la preghiera!». «Sì, mamma!».
Le lenzuola sapevano di fiori, e di mamma...
Tobia affondò nel letto, e chiuse gli occhi! Si ricordò, della preghiera...
Allora, pregò, in questo modo: «Sono veramente stanco, Signore!
E non mi ricordo, neanche una preghiera...
Facciamo, così: reciterò, molto lentamente, tutto l'alfabeto,
e tu, che conosci ogni preghiera,
potrai mettere insieme le lettere,
in modo da formare le preghiere, che ti piacciono di più!».

"Quella sera, il Buon Dio disse, ai suoi Angeli:
«Di tutte le preghiere, che, oggi, ho sentito, questa è, senz'altro, la più bella,
perché è nata da un cuore semplice, e sincero!»".