UN GRANDE PADRE...

"E tu, sai amare tuo padre, e ringraziarlo per averti insegnato a vivere?"...

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

Il primo ricordo, di Oscar, è la faccia del "Gigante"!
Era un "faccione" smisurato", e terribile,
tutt'intorno ad una bocca larghissima, piena di denti!
Il "faccione", aveva una espressione...
«Adesso, mi mangia!», pensò Oscar, e cominciò a strillare,
con tutta la forza delle sue minuscole, ma tenacissime, corde vocali!
Il Gigante rimase a gironzolare, nei dintorni...
Una volta, lo prese in mano! Oscar stava tutto, in una sola, di quelle "manone"...
Si preparava, a strillare, ma scoprì che la "manona" era calda,
accogliente, e il vocione del Gigante, che rimbombava:
«Oh, là!», non era, poi, così spaventoso... Anzi!
Così, Oscar imparò a vivere, con il Gigante... Non sapeva bene, che cosa facesse!
Spariva, parecchie ore, al giorno, ma, quando c'era, era felice, sicuro, protetto!
"Avere un gigante, al proprio servizio, non è niente male!", pensava Oscar.
"Tump, tump!", facevano i suoi piedoni...
Oscar scoprì che, quando sentiva quel: "Tump, tump!", tutte le paure svanivano!
Ma, un giorno, venne il nonno, a prendere Oscar, a scuola!
Capì, che qualcosa non andava, perché doveva esserci la mamma, al suo posto...
Quando nonno disse, che il Gigante aveva avuto un attacco di cuore, Oscar pensò, che stesse scherzando!
Ma, quando si rese conto, che diceva sul serio, pensò, che sarebbe morto, anche lui...
Era troppo scioccato, persino, per piangere! Andare in ospedale, fu terribile... Il Gigante, era in coma!
C'erano tantissimi tubi, e macchine, intorno a lui... Non sembrava, nemmeno, lui!
Oscar, tremava... Voleva solo, che il Gigante si svegliasse, da quell'orribile incubo, e lo portasse a casa!
1l 26 di Febbraio, accadde la cosa più tragica, di tutti i dieci anni di vita, di Oscar,
e, forse, anche di tutti gli anni, che vivrà... Il Gigante, morì!
Con Marzo, arrivò la "Festa del Papà"!
Oscar comprò un bel biglietto d'auguri, e scrisse la sua lettera:
«Non so nemmeno, se mi hai sentito, quando ti ho detto addio!
Non ero mai stato, a un funerale, prima,
ma mi sorprese vedere, che erano venute più di mille persone...
C'erano tutti i famigliari, e gli amici, ma anche un sacco di persone, che non conoscevo nemmeno!
Immaginai, poi, che fossero persone, che avevi trattato, nello stesso modo speciale, in cui trattavi me!
Ecco perché, tutti, ti volevano bene...
Certo, ho sempre saputo, che eri speciale, ma, in fondo, eri il mio papà!
In quel giorno, scoprii, che eri speciale, anche per molte altre persone!
Anche se, ormai, è passato del tempo, ti penso sempre, e mi manchi molto...
Alcune notti, piango, fino ad addormentarmi, ma cerco di non buttarmi troppo giù!
So, che ho ancora molto, di cui essere grato!
Tu mi hai dato più amore, in dieci anni, di quanto, molti bambini, ne ricevano, in tutta la vita...
È vero, non puoi più giocare a palla, con me, nei fine settimana, né portarmi fuori, a colazione,
né raccontarmi le tue "storielle", o passarmi, di nascosto, qualche spicciolo!
Ma io so, che sei ancora, con me... Sei nel mio cuore, e nelle mie ossa!
Sento la tua voce, dentro di me, che mi aiuta, e mi guida, nella vita!
Quando non so, che cosa fare, cerco di immaginare quello, che mi consiglieresti tu...
Sei ancora qui, a darmi consiglio, e ad aiutarmi, a capire le cose!
So che, qualunque cosa accada, ti vorrò sempre bene, e ti ricorderò!
Ho sentito dire che, quando qualcuno muore,
Dio manda un arcobaleno, a prendere la persona, per portarla in Paradiso...
Il giorno, in cui sei morto, è apparso, in cielo, un doppio arcobaleno!
Tu eri alto, quasi due metri...
Probabilmente, un solo arcobaleno, non era abbastanza, per portarti, fino in Paradiso!
Ti voglio bene, Papà! Oscar.».

"Oggi, potresti dire, al tuo Papà (ovunque, sia):
«Ti voglio bene, Papà!»?".