VOCI TRA I MONTI...

"E tu, quali parole gridi, al mondo, affinché tu venga ricambiato?"...

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

C'era una volta, un ragazzo che, malgrado la giovane età,
lavorava, per aiutare i suoi genitori!
Viveva, per loro, in un piccolo villaggio, appollaiato sulle montagne,
e, ogni mattina, conduceva, al pascolo, il suo gregge di capre,
fra le gole, delle montagne!
Un mattino, mentre seguiva le capre,
su un sentiero nuovo, in una valle stretta,
gli sembrò, di udire rumore di passi, e belati di altri animali!
Il ragazzo pensò, che ci doveva essere, nelle vicinanze, un pastore, come lui,
che portava, al pascolo, il gregge...
Il suo cuore fece un balzo, di gioia: gli sarebbe tanto piaciuto, avere un amico!
Facendo imbuto, con le mani, davanti alla bocca, gridò: «Chi è, là?».
Udì una voce, che gli rispondeva: «Chi è, là? Chi è, là? Chi è, là?».
Le grida venivano, da più parti...
C'erano tanti pastori, sulla montagna? Come mai, non li aveva, mai, incontrati?
Allora, gridò, più forte: «Fatevi vedere!».
Le voci risposero: «Fatevi vedere! Fatevi vedere! Fatevi vedere!».
Ma non apparve, nessuno...
Il ragazzo gridò, ancora: «Perché, non venite, fuori?».
Da tutte le direzioni, le voci risposero:
«Venite, fuori! Venite, fuori!».
Il giovane pastore pensò, che si volessero burlare, di lui, e si rattristò...
Per non darlo, a vedere, sbraitò, in tono arrabbiato:
«Chi fa, così, è proprio scemo!».
Per tutta la montagna, rimbombò: «Scemo! Scemo! Scemo!».
Questa volta, il povero pastorello, ebbe una gran paura...
Dovevano essere ben cattivi, quei pastori, della montagna!
Radunò, in fretta, e furia, le capre, e tornò al villaggio!
Adesso, aveva paura, a tornare, sulla montagna:
magari, qualcuno, di quei perfidi pastori,
avrebbe potuto tendergli un tranello, e fargli del male!
Il giorno dopo, si sentiva, veramente, angosciato,
all'idea di avventurarsi, su, per la montagna...
«Che cos'hai, figlio mio?», gli chiese, la madre.
«Perché, non vuoi portare, le capre, al pascolo?».
Il ragazzo raccontò tutto, a sua madre:
le grida minacciose, che rimbombavano, sulla montagna,
e i pastori invisibili, che lo insultavano...
Dopo averlo ascoltato, attentamente,
la madre comprese, che non c'era nessuno, sulla montagna!
Soltanto l'eco, rimandava, al ragazzo, le parole, che, lui stesso, aveva gridato!
«Non ti preoccupare, figlio mio!», gli disse.
«Quei pastori, non ti vogliono fare, alcun male!
Hanno, solo, paura, di te, e vorrebbero amici...
Domani, quando sarai, tra le rocce, augura loro il "buongiorno",
e aggiungi qualche frase, amichevole! Sono sicura, che te la ricambieranno!».
Il giorno dopo, quando raggiunse la gola, tra i monti,
il ragazzo inspirò, profondamente, e gridò: «Buongiorno!».
L'eco, rispose: «Buongiorno! Buongiorno! Buongiorno!».
Rassicurato, il giovane gridò, ancora: «Vorrei essere, vostro amico!».
L'eco rimbalzo, tra le rocce: «Amico! Amico! Amico!».

"È, quasi, una legge, della vita!
Gli altri, ti restituiscono, sempre, l'eco, delle tue parole...".