IL BRUCO E IL GELSO...

"E tu, sai coltivare i tuoi sogni, per imparare a volare, nella vita?"...

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

C'era una volta un gelso centenario, pieno di rughe, e di saggezza,
che ospitava una colonia, di piccoli bruchi... Erano bruchi onesti, laboriosi, di poche pretese!
Mangiavano, dormivano e, salvo qualche capatina al "bar", del penultimo ramo a destra, non facevano chiasso...
La vita scorreva monotona, ma serena, e tranquilla!
Faceva eccezione il periodo delle elezioni, durante il quale i bruchi si scaldavano un po',
per le insanabili divergenze, tra la destra, la sinistra, e il centro...
I bruchi, di destra, sostengono, che si comincia a mangiare la foglia, da destra:
i bruchi, di sinistra, sostengono il contrario; quelli, di centro, cominciano a mangiare, dove capita!
Alle foglie, naturalmente, nessuno chiedeva mai un parere...
Tutti trovavano naturale, che fossero fatte, per essere rosicchiate!
Il buon vecchio gelso nutriva tutti, e passava il tempo sonnecchiando,
cullato dal rumore delle instancabili mandibole, dei suoi ospiti...
Bruco Giovanni era, tra tutti, il più curioso: quello che, con maggiore frequenza,
si fermava a parlare, con il vecchio, e saggio, gelso!
"Sei veramente fortunato, vecchio mio!", diceva, Giovanni, al gelso...
"Te ne stai tranquillo, in ogni caso... Sai che, dopo l'estate, verrà l'autunno, poi l'inverno, poi tutto ricomincerà!
Per noi, la vita è così breve... Un lampo, un rapido schioccare di mandibole, e tutto è finito!".
Il gelso rideva, e rideva, tossicchiando un po':
"Giovanni, Giovanni, ti ho spiegato, mille volte, che non finirà così!
Diventerai una creatura stupenda, invidiata da tutti, ammirata...".
Giovanni agitava il testone, e brontolava:
"Non la smetti mai, di prendermi in giro! Lo so bene, che noi bruchi siamo detestati, da tutti... Facciamo ribrezzo!
Nessun poeta ci ha, mai, dedicato una poesia... Tutto quello, che dobbiamo fare, è mangiare, e ingrassare! E basta!".
"Ma, Giovanni...", chiese, una volta, il gelso, "Tu non sogni, mai?". Il bruco arrossì...
"Qualche volta!", rispose, timidamente... "E che cosa, sogni?". "Gli Angeli!", disse.
"Creature, che volano, in un mondo stupendo!". "E, nel sogno, sei uno di quelli?". "... Sì!",
mormorò, con un fil di voce, il bruco Giovanni, arrossendo di nuovo... Ancora una volta, il gelso scoppiò a ridere!
"Giovanni, voi bruchi siete le uniche creature, i cui sogni si avverano, e non ci credete!".
Qualche volta, il bruco Giovanni ne parlava, con gli amici...
"Chi ti mette, queste idee, in testa?", brontolava Pierbruco.
"Il tempo vola, non c'è niente dopo! Niente, di niente... Si vive, una volta sola: mangia, bevi, e divertiti, più che puoi!".
"Ma il gelso dice, che ci trasformeremo in bellissimi esseri alati...".
"Stupidaggini... Inventano di tutto, per farci stare buoni!", rispondeva l'amico.
Giovanni scrollava la testa, e ricominciava a mangiare... "Presto, tutto finirà... Scrunch... Non c'è niente, dopo...
Scrunch... Certo, io mangio... Scrunch... Bevo, e mi diverto, più che posso... Scrunch... Ma... Scrunch...
Non sono felice... Scrunch... I sogni resteranno, sempre, sogni! Non diventeranno, mai, realtà... Sono solo illusioni!",
bofonchiava, lavorando di mandibole...
Ben presto, i tiepidi raggi del sole autunnale cominciarono, ad illuminare, tanti piccoli bozzoli bianchi, tondeggianti,
sparsi, qua e là, sulle foglie, del vecchio gelso!
Un mattino, anche Giovanni, spostandosi, con estrema lentezza, come in preda ad un invincibile torpore,
si rivolse al gelso... "Sono venuto, a salutarti! È la fine... Guarda, sono l'ultimo! Ci sono solo tombe, in giro...
E, ora, devo costruirmi la mia!". "Finalmente! Potrò far ricrescere un po' di foglie...
Ho già incominciato, a godermi il silenzio! Mi avete, praticamente, spogliato... Arrivederci, Giovanni!", sorrise il gelso!
"Ti sbagli, gelso! Questo... Sigh... È... È un addio, amico!", disse il bruco, con il cuore gonfio di tristezza...
"Un vero addio! I sogni non si avverano, mai: resteranno, sempre, e solo, sogni... Sigh!".
Lentamente, Giovanni cominciò a farsi un bozzolo... "Oh!", ribatté il gelso, "Vedrai...".
E cominciò a cullare i bianchi bozzoli, appesi ai suoi rami!
A primavera, una bellissima farfalla, dalle ali rosse, e gialle, volava, leggera, intorno al gelso...
"Ehi, gelso, cosa fai di bello? Non sei felice, per questo sole, di primavera?".
"Ciao, Giovanni! Hai visto, che avevo ragione io?", sorrise il vecchio albero...
"O ti sei già dimenticato, di come eri, poco tempo fa?".

"Parlare, di Risurrezione, agli uomini, è proprio come parlare, di farfalle, ai bruchi...
Molti uomini, del nostro tempo, pensano, e vivono, come i bruchi!
Mangiano, bevono, e si divertono, più che possono: dopotutto, non si vive, una volta sola?
Nulla di male, sia ben chiaro! Ma, la loro vita, è tutta qui...
Per loro, la parola Risurrezione, non significa nulla! Eppure, non sono felici...".