Il Gufo nei suoi pensieri
notturni disse:
Erano due cisterne a
distanza di qualche decina di metri.
Si guardavano e, qualche
volta, facevano un po' di conversazione.
Erano molto diverse.
La prima cisterna era
perfetta.
Le pietre che la
formavano erano salde e ben compaginate.
A tenuta stagna.
Non una goccia della
preziosa acqua era mai stata persa per causa sua.
La seconda presentava
invece fenditure, come delle ferite, dalle quali sfuggivano rivoletti d'acqua.
La prima, fiera e superba
della sua perfezione, incuteva soggezione.
Solo qualche insetto
osava avvicinarsi o qualche uccello.
L'altra era coperta di
arbusti fioriti, lamponi e more,
che si dissetavano all'acqua che usciva dalle sue screpolature.
Gli insetti ronzavano
continuamente intorno a lei e gli uccelli facevano il nido sui bordi.
Non era perfetta, ma si
sentiva tanto, tanto felice.
Abbiamo bisogno di
credere nella perfezione e di avere il coraggio dell'imperfezione.
Viviamo in un mondo in cui la perfezione si confonde con lo sforzo per essere
"superiori", "i primi", "essere al
centro","essere qualcuno".
L'unica perfezione è
l'amore.
Chi vive a braccia
aperte, di solito, non fa carriera, ma trova tanta gente da abbracciare.