PREGANDO, IN SILENZIO...

"E tu, sai contemplare il Creato, ed ogni creatura di Dio, come suo dono, per te?"...

Il Gufo nei suoi pensieri notturni disse:

C'era una volta un Santo,
tanto, tanto, Santo: magro, magro, allampanato,
e sempre vestito con un ampio saio, bianco!
Si chiamava Bruno, ma era così buono,
che tutti lo chiamavano «San» Bruno...
La cosa, che piaceva di più, a San Bruno, era parlare con Dio
e, perciò, passava il giorno, e gran parte della notte, in preghiera!
San Bruno si era costruito una capanna,
in una vallata selvaggia, tappezzata di boschi, e cespugli arruffati...
E, ahimè, anche di qualche stagno!
E, gli stagni, sono popolati di
rane!
Così, quando San Bruno si immergeva nella preghiera,
appassionata, della sera, attraverso le finestre,
arrivava il «cra-cra», incessante, e ossessionante, delle rane...
San Bruno cercava di concentrarsi, nella preghiera,
ma le rane, instancabili, si davano il cambio, e non smettevano mai!
Sempre più irritato, una sera, si affacciò alla finestra, e gridò:
«Silenzio! Sto pregando!».
Immediatamente, i boschi, e gli stagni, piombarono nel silenzio,
come un fuoco, che si spegne,
e la capanna di San Bruno fu avvolta da un silenzio profondo, e ovattato...
«Oh, finalmente!», sospirò San Bruno.
Rospi, e rane, non facevano più il minimo rumore:
gli aironi guardavano la finestra della capanna, con il becco chiuso,
le mosche, e le zanzare, non osavano decollare, dalle foglie, su cui si erano posate,
e perfino il venticello, della sera, taceva...
Soddisfatto, il Santo riprese la sua preghiera!
Ma non era contento: si sentiva, a disagio...
E, chiara, all'interno della sua preghiera, sentì una voce, che diceva:
«E, se, a Dio, il canto delle rane piacesse, più delle tue preghiere?».
Sorpreso, e turbato, il Santo rispose:
«Ma, come può, Dio, trovare piacevole, il gracidare delle rane,
o il ronzio delle zanzare?
O qualsiasi, altro, rumore? E, poi, perché mai, Dio, ha creato il rumore?».
In preda a questi interrogativi, San Bruno si affacciò, di nuovo, alla finestra
e, pentito, disse: «Vabbè! Fate come volete!».
Tutto ricominciò, come prima...
Insetti, e rane, riempirono, di un ritmo dolce, il silenzio della notte!
Le orecchie di san Bruno non opposero più resistenza,
e quello che, prima, gli pareva un ignobile fracasso,
gli sembrò, improvvisamente, una musica incantata, e stupenda,
che avvolgeva tutto...
Pieno di stupore, il Santo sentì che il suo cuore batteva, all'unisono,
con l'universo!
E che il bosco, il cielo, i cespugli, il vento,
e le creature, piccole, e grandi, della terra,
erano una meravigliosa preghiera!
Da quella sera, San Bruno divenne famoso,
come: «Il Santo, che prega, con le rane»!

«Sono mie, tutte le bestie, della foresta:
animali, a migliaia, sui monti!
Conosco, tutti gli uccelli, del cielo...
È mio, ciò che si muove, nella campagna!»
("Salmo 50").